Marco Aurelio (121 - 180 d.c.) personaggio pieno di contraddizioni, viene rappresentato come un uomo con due anime, condannato ad una vita dissociata nella quale si scontrano, precetti di altissimo valore umano e intellettuale e quella ragion di stato che impone crudeltà, doppiezza, indifferenza per il diritto delle genti. Solo il fardello di guerre imprevedibili alle frontiere,calamità naturali e pestilenze può giustificare l’inerzia sociale di chi ebbe, più di altri, le fondamenta teoretiche e, certo la bontà di cuore, insieme alla potenza,sufficienti per portare la Repubblica di Platone in terra. Negli ultimi anni della sua vita stese in greco, una serie di riflessioni ed appunti, specchio del suo atteggiamento filosofico e morale, L’anno in cui si svolge l’azione drammatica è il 177 d.c., anno in cui Marco Aurelio dovette prendere la grande decisione di condannare o graziare alcuni cristiani di Lugudunum (Lione).
Lo spettacolo porta per la prima volta sulla scena, la figura dell’ Imperatore Marco Aurelio e il suo dilemma interiore: imperatore o filosofo? Il dramma, largamente tratto dalla sua opera più famosa i “ Colloqui con se stesso”, è costruito con un’azione scenica ed una struttura drammaturgica, estremamente fruibili anche da un pubblico meno preparato, suscitando nello spettatore una forte sensazione di coinvolgimento.